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Chiesa di S. Andrea

Chiesa nota per gli affreschi realizzati nell’arco di dieci anni a cavallo della guerra da don Giulio Pizzocheri, che è stato parroco di Barate per 48 anni.
Indirizzo Via Cavour, 25, 20083 Barate MI, Italia
Punti di contatto
Cap 20083
Modalità di accesso

Parcheggio accessibile in sedia a rotelle.

Sempre aperta.

E’ nota l’esistenza di una chiesa a Barate attorno all’anno 1000, dedicata a Santa Maria.
Non se ne ha più notizia nel 1398, quando un documento parla solo della chiesa di S. Andrea e di un suo cimitero a forma triangolare, cintato, affiancato alla chiesa stessa.
Successivi documenti descrivono S. Andrea come una “chiesa antica” con dipinti sulle pareti.
Don Giulio Pizzocheri  ebbe l’aiuto di Emilio Bai, piccolo imprenditore edile, che gli installò le impalcature e gliele lasciò per tutto il tempo necessario a completare l’opera. Si prestarono a fargli da modelli bambini e adulti del paese.
Gli furono ostili molti sacerdoti del territorio e anche il prevosto, che consideravano irriguardoso affidare la pittura di un luogo sacro a un dilettante.
Criticato anche per le condizioni di povertà in cui viveva, lavorando personalmente il piccolo podere della parrocchia fin che l’età glielo permise e pagando largamente i contadini a cui si dovette rivolgere dopo, don Pizzocheri fu riabilitato dal consenso che il card. Schuster espresse nel corso di una visita pastorale.
Gli affreschi coprono tutte le pareti e la volta dell’edificio. E’ una sorta di catechismo, illustrato attraverso diversi temi.
Il “Credo” è il filone principale e si sviluppa – da sinistra a destra – sulle volte a vela delle navate.
In otto lunette sono riassunte le “sette opere di misericordia corporale”, a cominciare col “dar da mangiare agli affamati”.
Ci sono i quattro Evangelisti in altrettante lunette.
Parabole del Vangelo si trovano in diversi medaglioni.
Interessante anche la porticina del tabernacolo, che rappresenta l’agonia di Cristo nell’Orto, intagliata in legno dallo stesso sacerdote.

Curiosità: Don Pizzocheri era un autodidatta e lasciava Barate esclusivamente per visitare mostre d’arte. Leggeva giornali e riviste che si faceva portare da un giovane che lavorava a Milano.
Ha eseguito diverse opere intagliando legno di cirmolo; tra di esse, i quadri di una Via Crucis donata ad un Istituto religioso.
Al primo piano del Municipio è conservato un quadro d’argomento religioso chiuso in una delle sue cornici.

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