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Oratorio di S. Eugenio

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L’Oratorio è un edificio facilmente riconoscibile lungo il vecchio tracciato della strada per Rosate, ai margini della località Sporzano le cui origini sono certamente anteriori al 1262.
Indirizzo Via Kennedy, 1a, 20083 Vigano MI
Punti di contatto
Cap 20083
Modalità di accesso

Ingresso accessibile in sedia a rotelle.
Parcheggio accessibile in sedia a rotelle.

Non sono previste aperture dell’oratorio, salvo in particolari occasioni

Il 1262 è l’anno a cui risale il documento che elenca le chiese della Pieve di Rosate a cui sono destinati i sacerdoti che erano vissuti in comunità fino a quel momento.
Il suo territorio è suddiviso in poderi di medie proporzioni, per lo più proprietà di enti religiosi.
Risale a quei secoli anche l’edificio di più antica fattura che ancora porta in facciata lo stemma della nobile famiglia dei Caravaggio, divenuto nel Novecento sede di un’osteria con locanda e più recentemente adibito a residenza.
L’Oratorio porta la dedica a Sant’Eugenio ed è sede di parrocchia fino al 1573 quando viene visitato dal cardinale Carlo Borromeo che lo trova in grave stato di deperimento e, forse anche per questa ragione, sopprime la parrocchia di Sporzano trasferendo la cura delle anime dei suoi abitanti alla vicina chiesa di Vigano, anch’essa dedicata a Sant’Eugenio e la proprietà al Seminario Arcivescovile.

Sono di grande interesse i dipinti già notati nel corso delle visite arcivescovili del Cinquecento e dei primi anni del Seicento e poi scomparsi sotto più strati di calce.
Ricomparsi del tutto casualmente a seguito di alcuni assaggi eseguiti nel corso dei restauri alla chiesa di Vigano nel 1986 (durante i quali l’Oratorio era usato come deposito dai restauratori), è possibile ricostruirne per deduzione i soggetti: la Vergine che allatta il Bambino; un borghese – probabilmente il committente dei dipinti – ai piedi di San Rocco; un santo del deserto (Onofrio o Giovanni Battista); le possenti gambe di San Cristoforo.
Una grande pala d’altare di autore ignoto e risalente ai primi del Seicento, con la riproduzione della Deposizione, è stata trasferita in anni recenti nella chiesa di Vigano.

Curiosità: La piccola campana era azionata dall’interno dell’abitazione confinante con l’Oratorio in quanto doveva servire anche per dare l’allarme in caso di incendi o altre calamità.
L’altare proviene da una villa sul lago di Como, abbattuta alla fine dell’Ottocento dalla proprietaria, Clelia Pasta, figlia ed erede di Giuditta, celebre cantante lirica; il dono dell’altare è dovuto all’amicizia col parroco di Vigano, nel cui territorio la famiglia Pasta deteneva importanti proprietà fondiarie.

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