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Palazzo Venini Uboldi

Giorgio Venini comincia nel 1719 la costruzione dell’edificio che poi cederà nel 1744, morendo, al fratello più giovane, Francesco. Nel 1750 Francesco Venini aggiunge al palazzo l’oratorio, che prenderà il suo stesso nome, dedicato al santo Francesco.
Indirizzo Palazzo Venini Uboldi, 20083 Gaggiano MI, Italia
Punti di contatto
Cap 20083
Modalità di accesso

Ingresso accessibile in sedia a rotelle.
Parcheggio accessibile in sedia a rotelle.

Propietà privata; il cortile è sempre aperto.

Saranno i nipoti di Francesco Venini,Cozzi, figli della sorella Maddalena, ad aggiungere all’Oratorio la torretta campanaria nel 1758.
Nel 1786 vengono poste ai due lati dell’ingresso delle lapidi in cui si ricostruisce l’origine dell’edificio.
Nel 1791 Pietro Cozzi, erede di Giorgio e Francesco Venini, istituisce col proprio testamento la prima scuola pubblica di Gaggiano, destinata (e riservata) ai giovani residenti in paese chiamandola espressamente “Scuola dei conti”, con riferimento ad una delle materie che vi si sarebbero dovute insegnare a cura di un maestro a cui era assicurato uno stipendio da attingere alla rendita del capitale a ciò destinato e con l’uso gratuito di una camera d’abitazione e di un orto posto dietro al palazzo.

Attraverso successivi passaggi di proprietà, o a titolo ereditario, o per vendita, il Palazzo perviene al nobile Pompeo Calvi, noto nel mondo della cultura milanese come pittore (un suo quadro finisce alla corte di Vienna).
Il Palazzo Venini Uboldi ha un impianto a “U” la cui base è costituita dal corpo principale rivolto a nord, verso il Naviglio e le due braccia da costruzioni di servizio allungate verso sud (stalle, magazzini, fienili, laboratori artigiani) che si avvicinano nella parte terminale per condurre all’ingresso del giardino.
Alla fine dell’Ottocento comprendeva dodici locali al piano terra, sedici al primo piano e dieci al secondo, con affreschi distribuiti soprattutto sulle pareti dello scalone.
Al momento della costruzione c’erano due rogge in uscita dal Naviglio che correvano lungo le ali dell’edificio e andavano ad alimentare il giardino prima di proseguire verso la campagna. E’ ancora riconoscibile la porticina sul lato orientale che, in origine, godeva di un ponticello fisso sopra la roggia Delfinona (oggi coperta da Via Gramsci)

Curiosità: Nel 1917 l’edificio ospitò diversi prigionieri austro-ungarici inviati a Gaggiano per lavorare i campi al posto dei contadini gaggianesi che si trovavano al fronte.

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