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Bosco dei 100 passi

Argomenti :
Spazio Verde
Parco aperto al pubblico progettato dal comune di Gaggiano.
Indirizzo Via Giuseppe Verdi, 14, 20083 San Vito MI, Italia
Punti di contatto
Cap 20083
Modalità di accesso

Ingresso accessibile in sedia a rotelle.
Parcheggio accessibile in sedia a rotelle.

All’immediata periferia di San Vito si trova un’area di circa 16 ettari, pari a 160.000 metri quadrati, un terreno da sempre a destinazione agricola che la Magistratura ha confiscato ad una persona condannata per mafia affidandolo nel 2005 al Comune di Gaggiano che vi ha progettato un parco aperto al pubblico.
La piantumazione è stata eseguita da ERSAF (Ente Regionale Servizi all’Agricoltura e Foreste) che lo ha piantumato a partire dal 2007 con millecinquecento fra aceri, tigli, frassini e arbusti di rosa canina, sambuco e altre essenze. Un’area di tre ettari è occupata da una marcita, creata col contributo delle acque di due rogge.
Nel perimetro del parco si trova anche un laghetto attrezzato per il birdwatching, tre piccoli stagni utilizzati per il reinserimento di anfibi e uccelli acquatici e una pista ciclo-pedonale.
Il parco è stato inaugurato nella primavera del 2009 con dedica a Giuseppe “Peppino” Impastato, ucciso nel 1978 a Cinisi, dove era nato e conduceva da tempo attività giornalistica e politica, denunciando le pesanti influenze esercitate sull’amministrazione e sulla vita del paese dal capomafia locale, Gaetano Badalamenti, poi condannato come mandante del suo omicidio.

All'interno del Bosco si trova il Prato della Memoria, dove vengono ricordate le vittime delle mafie.
Sono già 16 gli alberi che ospitano i nomi delle vittime di mafia le cui storie sono visibili inquadrando il QR code che trovate su ogni targa. Nomi noti e meno noti, tutti che meritano di essere ricordati.
Il progetto 100 Passi lo trovate cliccando qui

Raggiungibile ora anche tramite la nuova pista ciclopedonale che parte dalla stazione di Gaggiano.

Curiosità: Peppino Impastato fu ucciso nella notte fra l’8 e il 9 maggio 1978. La notizia della sua morte fu quasi ignorata dalla stampa in quanto nelle stesse ore veniva ritrovato il cadavere di Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Sul luogo del delitto (i binari della ferrovia) venne lasciata una carica di tritolo per inscenare un attentato maldestro, finito con la morte dell’attentatore. Le indagini presero una strada sbagliata e solo l’insistenza del fratello Giovanni e della madre Felicia portarono, con anni di ritardo, alla scoperta della verità. Alle elezioni comunali svoltesi dopo la sua morte, Peppino Impastato fu comunque eletto, nella lista di Democrazia Proletaria.

Progetto 100 Passi.

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